I rapper sono brutte persone
Le recenti accuse a Medhane aprono il pesante tema sulla vita privata di alcuni rapper
Ciao a tutti e bentrovati su PARALLELO!
Ultima puntata prima della pausa estiva. Già percepisco il dispiacere e il disappunto, ma vi giuro che torno a settembre (presumibilmente), dato che anche PARALLELO beneficerà di una buona percentuale dell’anticipo del recovery fund.
Oggi volevo uscire con un altro pezzo, ma poi ieri è venuta a galla su Twitter una situazione che merita menzione. Vediamo di che si tratta.
Eminem non mi è mai stato particolarmente simpatico e i suoi fan negli anni non hanno mai aiutato nel processo di apprezzamento nei confronti il loro rapper preferito. Quando a settembre del 2018 scrivo la recensione di Kamikaze – uscito a fine agosto di quell’anno – e decido di non andarci cauto con la votazione dei testi, ho testato per l’ennesima volta il polso della fanbase folle del rapper bianco più famoso al mondo.
Perché? Beh, mi ero permesso di contestare queste barre di “Fall” nei confronti di Tyler, the Creator.
Tyler create nothin', I see why you called yourself a f*****, bitch
It's not just 'cause you lack attention
It's because you worship D12's balls, you're sack-religious
If you're gonna critique me
You better at least be as good or better
Ecco, oggi, così come allora, mi sembra assurdo e incredibilmente fuori dal tempo usare la parola fa***t come offesa personale.
Eminem sicuramente non aveva incominciato nel 2018 ad essere oltre la linea della decenza – sia a livello musicale in generale sia come contenuto dei testi – ma questa sua uscita è quella che mi resta più impressa. E soprattutto apre il tema principale di oggi, ovvero il rapporto che il rap ha con l’omofobia, transfobia e violenza sulle donne (temi caldissimi negli ultimi anni in tutto il mondo).
Non starò qui ad elencare quali sono i rapper. buono o quelli cattivi. Non vi farò nemmeno un elenco di tutte le barre che si dovrebbero cancellare. Voglio invece portare alla luce 2/3 casi recenti che raccontano un po’ la situazione dello stato attuale del rap.
Vi consiglio di dare un’occhiata a questo thread e capire un po’ la situazione da voi. Il succo? Medhane, talentuosissimo rapper di New York (che forse vi ho consigliato qualche mese fa), è stato accusato e “smascherato” di una serie di atteggiamenti riconducibili alla violenza sessuale e allo stupro. Perché “smascherato”? Ecco qui il discorso è un po’ più difficile. Le ragioni sono due: la prima è riconducibile alla difficoltà delle vittime di affrontare il tema; la seconda è collegata al rapper – adesso a Washington per studi, ma originario di NY – Mavi. Mavi è/era molto amico di Medhane e pare a conoscenza di almeno un caso incriminato.
Dopo numerose conversazioni con alcuni utenti Twitter, però, sembra che Mavi abbia provato a parlare della cosa in maniera non proprio esplicita qualche settimana fa e si è poi messo a disposizione, rendendo le sue conversazioni pubbliche, ad aiutare la massa a capire con cura quello che stesse succedendo.
La situazione pare essersi conclusa, per quanto riguarda gli ascoltatori (spero possano intervenire le autorità a fare luce sul caso) con la “cancellazione” di Medhane da numerosi portali musicali e da un non indifferente senso di vergogna nei confronti di un artista davvero ben voluto.
Per fortuna quasi sempre si riesce a trovare un lato positivo alle cose. E anche questo è il caso. Nelle varie discussioni aperte su Twitter è venuto fuori come il caso di Medhane non sia del tutto isolato nella scena underground di New York. Con temi e pesi diversi infatti sono risultati sotto accusa anche Tha God Fahim e Mach-Hommy. I due sperimentalissimi rapper nel loro EP collaborativo “Wide Berth”, e in particolare nella traccia “Sorbonne”, si sono resi protagonisti di uno skit/intro che possiamo definire disgustoso. Vi lascio il pezzo finale, ma vale la pena di essere letto per intero.
When you going through bad times at home
And you turn your TV they are there for you to bring you up
And then what happens is one day homie got a dress on
With lipstick and heels
Transfobia che viene accolta in maniera non sottile nemmeno da un loro mentore, ovvero Your Old Droog, rapper di Brooklyn ma di origine ucraina, che si esprime così in “Wolrd’s About to End”:
One time I almost got fooled by a tranny
but I ain't Lou Reed, Your Droog is a new breed
Per me il discorso fondamentale da affrontare non sta nel condannare, come ascoltatori, gli artisti che si esprimono in questa maniera – escludendo Medhane, il cui caso è notevolmente più grave – ma provare ad avere una coscienza critica a riguardo. Non possiamo far passare tutto come licenza poetica o come racconto fictionale.
Molto spesso essere capaci di distinguere l’artista dalla persona aiuta a mantenere le distanze da pessimi esempi e non scadere nell’idolatria (cosa già tanto affrontata con XXXTENTACION, ad esempio).
Spero di avervi lasciato con qualcosa di buono (anche se triste) per queste vacanze estive e in ogni caso, che andiate a mare, in montagne o restiate a casa, vi auguro un po’ di meritato riposo mentale. Per qualsiasi consiglio musicale o non, mi trovate rispondendo alla mail o qui.
Ci sentiamo! :)
Grazie!
Vi ricordo il consueto “sposta in principale” se mi trovate nelle promozioni e la lettura del resto dell’archivio se vi interessa la drill o le altre cose scritte.