If it come from me and Hov, consider it Qur'an If it come from any of those, consider it Harām
come disse Jay Electronica
Ciao a tutti e bentrovati su PARALLELO!
Lo so che è martedì, ma complici laurea e ora legale mi è saltato l’appuntamento con la newsletter. Ma eccomi qui a riparare e a chiedere umilmente scusa per il ritardo.
Probabilmente tra un paio di settimane dovrebbe arrivare una sorpresa, voi sarete i primi a saperlo. Nel dubbio qui la nuova pagina ig.
Oggi, come da titolo, parliamo del proibito.
Grazie a Jay Electronica in Ghost of Soulja Slim e alla convivenza con Mohab per un semestre abbondante, ero già a conoscenza del termine Haram - proibito.
Tra le poche cose che conosco sull’islamismo, il divieto di mangiare il maiale è una di quelle che ho imparato molto presto. E Mohab mi ricordava spesso quando cucinavamo burger.
Haram e maiali sono esattamente ciò che vediamo sulla copertina del nuovo disco degli Armand Hammer (ELUCID e Billy Woods) prodotto da The Alchemist.
Per chi segue PARALLELO da un po’, non sarà certo una novità la presenza degli Armand Hammer su questa nl – Shrines era stato uno dei miei album preferiti dello scorso anno. Pochi però sanno – 73 persone secondo i dati Wordpress – che ELUCID fu il mio secondo secondo rapper intervistato di sempre. 2018, una richiesta via dm di Instagram e 5 domande scritte via mail (in un inglese che, rileggendole in questi giorni, pensavo fosse molto peggio). ELUCID mi aveva distrutto con Shit Don’t Rhyme No More, il suo tipo di rap non rientrava minimamente nella roba a me conosciuta. L’attenzione a ogni singola parola, le strumentali super ingombranti. Un’intervista mi sembrava un bel modo di conoscere meglio un artista che non vedevo coperto da nessuna parte. Quello che mi trovai per le mani ad intervista completata: un rapper dalla gentilezza infinita e genuinamente interessato alle domande proposte.
Ecco, ogni volta che ascolto ELUCID non posso non pensare all’impressione opposta che mi fa la sua musica rapportata alla persona che è. Tutti i suoi lavori sono un puzzle complicato, dei giochi mentali che l’ascoltatore non vince mai al primo incontro. E quando si ritrova con Billy Woods, altro maestro di nascondino, la sensazione è terribilmente amplificata. Il rap per ELUCID e Billy è una cosa seria, ci tengono a farlo sapere all’ascoltatore per ogni secondo in cui il microfono è attaccato alla corrente.
Queste erano le premesse per Haram, ero pronto a una giornata di ascolto religioso. Pronto a prendere appunti. Pronto a venire schiacciato dal peso degli incastri, dei labirinti di parole, dal tono severo delle loro voci che provano a oltrepassare le basi pesanti e scure. E invece qui interviene Alc, con quell’energia da “janitor”.
Haram è senza dubbio il lavoro più pulito, arioso e godibile della coppia di rapper. Ed è tanto merito dei sample e sapienza di Alchemist. Le basi di Alc aprono scenari nuovi alle rime di Billy e alle reference segrete di ELUCID: il puzzle è finalmente risolto.
Haram è al 100% Armand Hammer, ma più accessibile, un po’ meno da prendere sul serio. Barre come:
I put a neat hole in Indiana Jones' fedora
e Stonefruit come chiusura, quello che più mi è piaciuto.
Per l’occasione verranno stampati e resi noti per la prima volta in maniera esplicita i testi della coppia. CD e booklet di 27 pagine, se non è un’apertura al pubblico questa :)
Lo ascoltate e mi dite, ok?
Grazie e a settimana prossima.