Bentrovati su PARALLELO!
Non so cosa sia venuto fuori, ma per ora vi prendete questa serie di pensieri messi insieme a casaccio.
Spero sia leggibile, alla prossima :)
La micromobilità elettrica - trotinettes, monopattini elettrici - ha avuto un impatto incredibile a Bruxelles. Gli sciami di mezzi a due ruote che si aggirano per la città a tutte le ore del giorno e della notte profuma di gioventù ed è perfettamente in linea con l’aria che tira nella capitale belga.
Uno sciame posato sul suo alveare, è quello che ho trovato all’ingresso del Parc Duden casa del Union Saint Gilleoise prima della partita di sabato sera, 22 ottobre, contro il Club Brugge.
Quest’anno colto dalla mancanza dell’atmosfera da stadio, ho giurato fede per la stagione 2022/2023 della Jupiler Pro League alla tribuna est dello stadio del USG. Il Joseph Marien è una piccola costruzione, mezza art deco, che si appoggia dolcemente sul lato del Parc Duden di Forest, Bruxelles.
E io ero naturalmente tra quelli con il mio Lime opportunamente parcheggiato sul marciapiede, pronto a creare intralcio a chi cammina, ma così bello da vedere insieme alla sua famiglia.
Andare in monopattino a guardare le partite del USG mi è sempre sembrata la cosa più normale da fare. Una squadra che vive della passione di tantissimi expat e rinata grazie ad un giocatore di poker, Tony Bloom. Un team composto dai risultati di tante statistiche avanzate e che comunica in inglese malgrado rappresenti una comunità bilingue diversa (francese/olandese).
Come i tanti monopattini all’ingresso dello stadio, anche in Tribune Est si sta in piedi e belli serrati - una “curva” messa in tribuna per stare più vicini al campo. Al Marien, si tifa con passione, cantando cori in francese (di cui spesso ignoro il significato) e soprattutto rispettando l’avversario. Anche contro gli acerrimi rivali del Brugge - con cui la scorsa stagione ti sei giocato il campionato - e in una partita fortemente condizionata da un arbitro un po’ mitomane (apprezzo), le parole grosse non devono volare. E se a qualcuno scappa un’imprecazione un po’ troppo dura - di cui non posso riportare, ancora, per questioni di barriera linguistica - non si pensa due a redarguire il tifoso in trance agonistica.
La partita passa per qualche istante in secondo piano: mi fermo a guardare intorno, l’atmosfera fiabesca del parco, 5 birre portare da un solo individuo con maetria da giocoliere, i giocatori così vicini e così scarsi, persone che sorridono malgrado si sta ancora sotto di due gol.
Vi risparmio la telecronaca della partita, ma il 2 a 2 finale è un qualcosa da riportare. La passione, il genuino interesse per i tuoi compagni tifosie la loro storia - soprattutto se parlano inglese - il cantare insieme per una squadra che è veramente un po’ di tutti, portano sensazioni indecifrabili.
Per questo, nel viaggio di ritorno, su uno dei Lime con più batteria che hai trovato - perché mi aspettano 14 minuti di corsa - provo a processare un po’ quello che ho visto.
Ma è difficile, anzi impossibile.
Un grosso problema dei trotinette è il non poter ascoltare la musica, il telefono da solo non basta e usare una cassa sarebbe strano - e forse al limite della legge qui, chissà. Per un avido consumatore di musica come me è perciò drammatico dover girare per le strade di Bruxelles con solo il rumore della strada come sottofondo.
Come risolvere? Beh, il mio cervello automaticamente, nel momento in cui metto il primo piede sulla pedana, parte con il karaoke.
Ecco quindi che nella mia testa i calci d’angolo battutti dal capitano franco-maltese Teddy Teuma vengono accompagnati da All Stars 2 di Nines. In monopattino non riesco a fare a meno delle strofe del rapper di Londra, e in questo pezzo viaggia su un beat che per sua ammissione nemmeno gli piace.
And they never thought I would make it
I'm like a flower that grew in a dark place, uh
I'm the last person they thought would blow
Per qualche strana ragione però il pezzo non dura quanto dovrebbe e passo il microfono da Nines a Loyle Carner. Forse era l’attesa del nuovo disco - Hugo - ma ora non posso che cantare Angel mentre sono nemmeno a metà percorso. Ottolenghi è quella successiva e appena si avvia alla conclusione mi riappare Nines con ben due Outro - quello di Crabs In A Bucket e Crop Circles.
A quel punto, mentre faccio l’ultima curva su Chaussée de Waterloo prima di Rue Wasghinton, la radio UK si spegne e si avvia verso una compilation di cori - quelli che più ricordo e capisco, soprattutto.
Alla fine c’avrò messo meno di 10 minuti oh, tutti verdi ho preso
Poso il monopattino, aspetto che PayPal mi dica quanto mi è costato questa volta e non vedo l’ora di salire a casa per aprire Spotify. Mi è venuta voglia di farmi di nuovo un giro per la discografia di Nines, sarà lui il prescelto mentre sistemo e cerco gli higlights.
Poso la sciarpa giallo blu vicino a quella del Napoli e attacco la piccola cassa Bose.