Tutta colpa di Travis Scott
Polemica del tutto non necessaria nei riguardi di chi ascolta rap in Italia
Ciao e bentrovati su PARALLELO!
Lo so, mi sono perso qualche giorno e non vi sto mandando la nl esattamente a distanza di una settimana. Ma vi assicuro che non è dipeso da me, c’è stata la laurea di mia cugina di mezzo e i miei piani si sono dissolti nella festa. Spero si possa superare.
Oltre alla grande soddisfazione di poter mettere di nuovo il gubbino, nient’altro da registrare. Possiamo iniziare con la polemica periodica. Nel mirino l’ascoltatore medio di rap italiano (o meglio il commentatore).
Come spero sappiate, lo scorso venerdì è uscito il nuovo disco di Vale Lambo: Come il mare. Album abbastanza diverso da Angelo, dai suoni più nuovi ma sicuramente con qualche punto di poesia e storytelling in meno. Personalmente lo trovo eccezionale e non mento nel dire che Vale Lambo è l’unico motivo per cui ancora ascolto rap italiano, nella speranza di trovare qualcosa di innovativo e diverso anche nelle altre uscite. Purtroppo nella maggior parte dei casi non è così, ma capisco benissimo che magari per voi sarà il contrario (il rap napoletano sta facendo passi in avanti, ma non è ancora di dominio del tutto nazionale).
La motivazione che però mi fa distaccare ancora più nettamente dalla scena rap italiana è la presenza del fruitore medio del genere. Mi spiego e entro nello specifico.
Mi sembra – leggendo soprattutto quasi tutti i commenti sotto video YT, post Instagram e commenti su Twitter – che si cerchi in maniera ossessiva di trovare somiglianze, plagi e provare a uniformare il pensiero degli altri. Se ascolto Tha Supreme devo dire che sembra Young Thug, invece con Sfera Ebbasta il problema è che adesso fa i ritornelli come Post Malone. E Drefgold? Beh lui ha copiato un pezzo a Chief Keef.
Il mio problema più grande riguarda questa situazione l’ho scovato leggendo i commenti di YouTube di Valentino, pezzo di forte ispirazione sonora Drill UK di Come il mare, che vede la collaborazione di un Geolier sempre bello gagliardo. Non ho contato quanti utenti hanno scritto “GATTI”, “Pop Smoke” accompagnato da un “rmx” e “copia”. Belli anche i tentativi di un user di provare ad abbinare la bandiera sbagliata (quella statunitense) alla parola drill oppure quello di un suo potenziale conoscente che urla al plagio perché ha trovato la parola elicotteri anche in un pezzo del compianto Pop.
La dinamica è abbastanza chiara: chi ascolta rap italiano è ignorante riguardo la scena internazionale e i giovani conoscono solo Travis Scott.
É proprio così? Non proprio, però credo sia abbastanza evidente come ci siano delle lacune evidenti – malgrado nell’ultimo periodo sono evidenti gli sforzi dei media di settore. Suoni vagamente drill? Allora è una copia di Pop Smoke (perché a questo punto credo che i riferimenti siano solo Welcome to The Party e Dior). Anche perché ci sarebbe da parlare più dell’influenza dei PNL in un disco e mezzo di Vale Lambo che qualche Hit Hat o snare simile.
É tutta colpa di Travis Scott? In un certo senso sì. Quando a dicembre dell’anno scorso è uscita GATTI, contenuta poi nel progetto JACKBOYS, la notorietà di Pop Smoke era quasi al suo picco (che naturalmente è coinciso invece con la sua morte) e in un certo senso la scelta di Travis Scott era stata quella di cavalcare quell’onda. Altre cose che poi ha fatto su quella linea? Nessuna.
Gatti?
Considerando invece la mediaticità del rapper texano in Italia, l’associazione GATTI = Drill è presto fatta. Mettiamoci che un brano volutamente bello spinto su quei suoni come Valentino in Italia non era ancora venuto fuori nel mainstream (Vale Lambo è firmato Virgin), il calcolo è semplice.
Avrei sperato che fosse arrivato il movimento drill UK attraverso i suoi rapper principe invece che tramite un artista mainstream? Certamente, come anche il resto delle influenze che vengono chiamate al plagio in Italia. Mi rendo conto che la cosa sia quasi impossibile e nemmeno quando Sfera o Capo Plaza hanno collaborato con rapper francesi grossi a nessuno è venuto in mente di approfondire la cosa. Alla fine penso che il problema sia proprio qui, l’ascoltatore medio di rap italiano non ha voglia di approfondire ed è molto più facile urlare alla copia che ammettere quanto un prodotto sia stato adattato bene.
Voi che mi dite a riguardo?
*Vi faccio tenere presente che l’autore, come forse si è capito, non apprezza Travis Scott dal punto di vista musicale e usarlo come capo espiatorio è stato un modo in più per affermarlo. *
Grazie a tutti!
Se voi aveste voglia di leggere e approndire qualcosa riguardo il movimento drill UK potete spulciare nell’archivio di PARALLELO (e magari condividerlo).
Per il resto ci sentiamo la prossima settimana.