"Tutti quanti voglion fare la drill"
Tion Wayne e Mist hanno fatto la hit drill senza fare drill
Ciao e bentrovati su PARALLELO!
Prima di tutto, mi sento di fare gli auguri a Floyd Maywaether per il suo futuro ruolo di nonno. Sua figlia Iyanna è infatti incinta di NBA YoungBoy, che a 21 diventerà invece padre per la sesta volta. Auguri a tutti.
La puntata di oggi proseguirà nel mondo della drill made in UK, dato che rappresenta ormai il 50% dei miei ascolti quotidiani. Andiamo subito a vedere dove voglio andare a parare, che non è giornata visto che il Napoli ha perso.
Ah una cosa al volo, se qualcuno ha da vendere o sa dove comprare la maglia di William Gallas all’Arsenal mi scriva. Urgente.
In un grandissimo film come gli Aristogatti, ad un certo punto, Romeo e la sua crew inscenano una delle esibizioni musicali migliori del XX secolo: tutti quanti voglion fare il jazz. Romeo – per ingraziarsi Duchessa e prole – canta questo brano, il cui ritornello è francamente incredibile.
“Tutti quanto voglion fare il jazz” ai giorni d’oggi potrebbe essere “tutti quanti voglion fare la drill”. Ecco dove volevo arrivare.
In Gran Bretagna sono quasi 4 anni che il fenomeno della drill è entrato nelle case di tutti, ma mai come nell’ultimo anno – questo sottogenere del sottogenere nato a Chicago – ha conquistato anche le classifiche con costanza (della drill ho parlato in maniera più approfondita qui e qui). Edna di Headie One è arrivato al numero 1 della classifica generale in UK e può essere considerato adesso come il blueprint del genere. Non è il miglior esempio di drill, ma è quello più di successo.
Oltre agli album però quello che arriva anche più forte è la moltitudine di singoli e video drill che ogni settimana vengono generati dall’internet. Fatevi un giro su GRM daily, SBTV o Link Up.
Proprio lo scorso venerdì Tion Wayne ha pubblicato il brano Deluded. Il pezzo – condito da un video molto molto bello (in cui fa un cameo D Double E) – è un saggio di quello che dicevo citando gli Aristogatti. Tion Wayne non è propriamente un un “““““driller””””” ma è stato molto bravo a cogliere l’onda quest’anno e cimentarsi con successo. Il fedele compagno che l’accompagna in Deluded è Mist: rapper/cantante incredibilmente grosso di Birmingham, anche lui poco affine al sottogenere in voga.
Mist infatti è ben noto per le linee melodiche dei suoi pezzi e le sue influenze marcatamente afrobeat, carte che l’hanno aiutato a sbancare in poco più di due anni e passare da “homeless” a “focused” (come dice proprio in Deluded).
Possono due corpi estranei alla drill fare un pezzo probabilmente top 5 dell’anno (classifica personale)? Beh, sì. Deluded è non solo prodotta da due maestri come Chris Rich e Steel Banglez, ma costruita benissimo nel complesso. Tion e Mist si alternano sulla traccia in maniera spontanea e non meccanica, puntando su testi da comfort zone, ma trovando la chiave nel ritornello. Drop e hook sono super spendibili, cosa che in effetti ci si aspetterebbe da due autori di banger. Come con I Dunno, con Dutchavelli e Stormzy, Tion ha trovato la chiave per un nuovo tipo di drill: mantenere il core, ma studiare tanto la metodicità di alcuni tratti.
Cosa può significare questa corsa all drill? Da un lato una grande quantità di influenze e originalità da chi può farne una sorta di crossover; dall’altro l’annaquamento di una corrente che ha fatto tanto bene alla scena rap britannica. Quest’ultimo punto ha come bandiera uno snippet di B Young che in studio canta su un beat drill: brividi e conati.
Ragazzi, per oggi abbiamo finito. Statemi sani e ottimisti.
Grazie!
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